2023. Punto e a capo

Era una domenica pomeriggio anomala. Il sole cominciava a nascondersi dietro le colline, e le ombre, lunghe e soffici, iniziavano a coprire i paesaggi. Mi trovavo solo in casa, procrastinando alcuni compiti che mi ero prefissato. Nel frattempo, rimuginavo sui buoni propositi annuali scritti dodici mesi prima. Tra questi era immancabile il “leggere di più“, lasciato lì senza una specifica quantità o dettaglio. Difatti, ho letto meno dell’anno precedente. La colpa, pensandoci, può essere attribuita a una mezza informazione non dettagliata. Dovevo specificare il numero di libri da leggere. E mentre pensavo a questo, osservavo il libro di “Harry Potter e la pietra filosofale” guardarmi con ancora il segnalibro nel punto in cui Harry indossa per la prima volta il mantello dell’invisibilità. Se ti stai chiedendo perché dall’architettura si passa a un libro di narrativa, devi capire che io amo dicembre ed il Natale. Tutta la saga di Harry Potter è un richiamo importante al feeling di gioia e altruismo che si respira in questo periodo. O almeno che vorrei respirare e sentire. Non amo molto l’estate, detesto il caldo intenso: quando hai degli incontri di lavoro o dei sopralluoghi devi organizzare l’uscita con il cambio abiti. Oppure cercare di fissare gli appuntamenti nelle ore più fresche. Diventa scomodo sudare avanti ad un potenziale cliente. Soffro molto il caldo.

Il 2022 è stato l’anno che mi ha fatto riscoprire l’amore per la professione di architetto, che inesorabilmente, dopo la pandemia, avevo lentamente perso. L’anno in cui mi sono sentito veramente indipendente e che le cose stavano iniziando a prendere il verso giusto. Parliamoci chiaro, te lo devo anche perché questo spazio-diario è per me una valvola di sfogo oltre che un archivio alla quale spero di rivedere, nel futuro, con gioia le mie (dis)avventure. Nel 2022 ho fatturato la bellezza di 46.170 euro. Ho progettato due case di cui una portata a termine. Di quella incompiuta puoi leggere la disavventura qui.

Non penso di essere un grande imprenditore, ammettiamolo. Sono un semplice creativo. Quel numero per me è un valore molto alto che non ho mai avuto modo di vedere prima. Un numero che rende orgogliosi del proprio operato.

il 2023, dal canto suo, come per ribaltare la situazione e farmi svegliare dal sogno stupendo nella quale navigavo, mi ha confermato la pura causalità, mi vien da dire, di quel enorme successo dell’anno precedente. Lo dico e lo ripeto: la bravura non basta. Ti prego di supportare la mia tesi: sono un bravo professionista, ottimo professionista. Mi so relazionare con i clienti, so progettare in base alle loro esigenze, quelle comunali e al contesto. Sono attento ai costi e so portare avanti un cantiere. Sicuro ho ancora delle lacune e punti in cui devo migliorare. Ma la prima casa che ho progettato e costruito mi ha confermato quanto io possa valere. Ero così carico che avevo delle aspettative molto alte per questo ‘23.

E non mi sbagliavo.

Nei primi tre mesi del 2023 ho coltivato un piccolo germoglio con attenzione. Ho conosciuto un Cliente che doveva espandere la sua attività e mi stava affidando l’incarico di progettazione e direzione lavori per un piccolo poliambulatorio. Ero affascinato, motivato e incredulo. Condussi ricerche di mercato, sviluppato alcuni diagrammi perché lo vedevo “incerto” così mi proposi subito evitando incarichi immediati. Sembrava la strategia giusta avvalorata nel momento in cui mi disse “ok, fammi l’incarico da firmare così andiamo avanti“. Mi disse, con tranquillità e sicurezza nello sguardo, che avremmo portato a termine il progetto. Il Cliente lo faceva per se e per lasciare un segno. In fondo, tutti su questa terra vogliamo lasciare le nostre tracce. Sarebbe diventato un centro moderno unico in Italia. Le premesse erano altissime. Ed anche i costi.
Inviai il mio incarico verso aprile e fino a giugno, sei mesi dopo il primo incontro, non si fece sentire. Era un incarico importante e mi annoiava doverlo chiamare per dire, con altre parole, “allora? Ti muovi? Ho rinunciato ad altri piccoli incarichi per te. Pronto???“. Non fu pronto. Trovai una scusa per chiamarlo e mi disse che stava valutando il business plan ed in quel momento non se la sentiva di affrontare tale spesa. Non l’ho più sentito nemmeno per farmi saldare la prefattibilità che avevo sviluppato. Nemmeno 500 euro. Ma con la sua promessa del “ci aggiorniamo il prossimo anno“.

La sfortuna non è mai troppa. Iniziando a fare qualche lavoretto più piccolo, mi contattò un Cliente straniero che voleva trasferirsi e gustarsi la pensione nel nostro Bel Paese. Euforico come non mai, era fine luglio – inizi di agosto, mi incontrai con la coppia. La collina sulla quale doveva sorgere la loro visione era un piccolo capolavoro. Si vedevano le colline, le montagne e – a gran distanza – il mare. Un posto unico dove abbracciare la vecchiaia. “Finalmente” pensai, “la svolta dell’anno“. Qualcosa che mi avrebbe portato a dimenticare il brutto inizio. Un nuovo progetto e – soprattutto – bei soldi! Ci accordammo con l’incarico che, remore dai mesi precedenti, feci firmare immediatamente. Progettazione e D.L. circa 19.000 euro. Il progetto inizia. Mi saldano la percentuale del 15% a firma del contratto e sono felice. Loro sono felici. Ci incontriamo diverse volte, la casa prende forma. Arrivo al termine del progetto preliminare1 per intraprendere il progetto definitivo2 e sviluppo il computo metrico estimativo3. Era inizio Ottobre e loro eranocostretti a tornare nel loro paese di origine, sarebbero tornati in primavera 2024 per vedere l’inizio del cantiere. In quel periodo iniziava, o comunque si ampliava la notizia, della guerra Israele-Palestina. Il mercato del paese d’origine dei Clienti subisce il colpo. Aumenti di prezzi, elezioni vicine, tassi dei mutui impazziti. Non posso dirti qual è il paese, ma implicitamente dico che è una grande Nazione.

Ricevetti una squillante notifica WhatsApp. Il messaggio che mi mandarono era per bloccare il progetto. Non se la sentivano attualmente di continuare. Avevano necessità di vendere la loro casa attuale e trasferirsi in Italia ma il mercato è impazzito. I costi sono alti. Avevano paura. Li comprendevo e mi confermavano che ne avremmo riparlato come (e se) sarebbero tornati in primavera (e su questo vi terrò aggiornati). In tutto ciò, io avevo finito il progetto preliminare ed il computo metrico, molto avanzato, che avevo girato loro. Come da contratto mi dovevano pagare il 35%. Invio la fattura proforma di circa 4.540 euro.

Silenzio.

Non ho modo di contattarli. Il fuso orario non aiuta, ai messaggi non rispondono. Passano dei giorni e vedo un loro messaggio molto lungo nella quale affermano che – secondo i loro calcoli – mi devono circa 1.123 euro. Tasse incluse. Mi oppongo spiegando le mie ragioni. Non c’è verso. Una settimana dopo mi vedo accreditato un bonifico di quella cifra.

La mia mente si ferma un attimo. Mi rattristo. Ricordo che mi trovavo nel giardino di casa, a guardare il cane correre e giocare. L’aria era ancora tiepida per essere quasi novembre. Ero furioso, arrabbiato e anche demoralizzato. Non mi capacitavo su quale fosse stato il fraintendimento. Eppure la liquidazione dei corrispettivi con le percentuali riportanti gli stati di avanzamento era stato firmato. Riprendo in mano il contratto e noto che nelle ultime pagine, per essere sempre chiaro e professionale, avevo allegato il calcolo del corrispettivo: un documento che spiega come sono arrivato alla cifra complessiva dei 19.000 euro. Basandosi su quel foglio e sul “progetto di fattibilità” avevano pensato di riconoscermi solo quanto valutato per quella categoria e non alla “liquidazione dei corrispettivi” con le percentuali. È vero che non si smette mai di imparare. Come è vero che da quel momento in poi ho iniziato ad omettere alcuni documenti per dovermi giustificare su come e quando devo essere pagato. È stata colpa mia? Volevo essere così trasparente che mi si è rivoltato contro qualcosa che potesse abbattere la differenza culturale?

Da questo novembre 2023 non ho più avuto nessun lavoro. Quando parlo di lavoro io intendo nuove edificazioni e ristrutturazioni corpose. Perché è questo che io voglio fare. È questo che io intendo nell’essere Architetto. Vedersi messo da parte senza una reale motivazione, nonostante ne abbia provate a dare tante, è stato avvilente. Mi sono sentito non in grado di essere un grande professionista. Mi sono sentito uno stupido per aver lasciato lavori più piccoli per concentrarmi su due grandi lavori che, entrambi, mi hanno lasciato.. con il culo per terra.

Il duemila-venti-quattro dovrà essere l’anno della crescita. Perché ho paura anche di pensare, a cosa accadrebbe a riproporre una annata simile.

Nel prossimo articolo faremo un recap finanziaro dell’anno che sta finendo.

  1. Progetto preliminare: definisce le caratteristiche qualitative e funzionali dei lavori, il quadro delle esigenze da soddisfare e delle specifiche prestazioni da fornire nel rispetto delle indicazioni del documento preliminare alla progettazione ↩︎
  2. Progetto definitivo: contiene tutti gli elementi necessari ai fini dei necessari titoli abilitativi, dell’accertamento di conformità urbanistica o di altro atto equivalente; inoltre sviluppa gli elaborati grafici e descrittivi nonché i calcoli ad un livello di definizione tale che nella successiva progettazione esecutiva non si abbiano significative differenze tecniche e di costo ↩︎
  3. Stima dei costi per la costruzione della casa. Omnicomprensivo di Quadro Economico per indicare le spese accessorie: parcelle professionisti, oneri comunali ecc. ↩︎

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