La storia della mia abilitazione. Capitolo 1 – Il test di ingresso

Che emozione.

Torno a scrivere blog dopo circa 15 anni dai miei primi tentativi. Tutti rigorosamente anonimi e tutti portati, ahimè, al declino dopo pochi giorni. Non sapevo di cosa parlare avevo forse poche esperienze ma, analizzando meglio il passato, ricordo che era l’estate del 2008. Ero stato uno dei primi, nella mia congrega di amicizie, a svincolarmi dalla scuola dell’obbligo. Avevo discusso la mia tesina e avevo superato – senza infamie e senza lode – la mia maturità. Quella estate la passai a videogiocare a Grand Theft Auto IV1. Non sono mai stato un animale sociale e questo forse si ripercuote anche oggi nella mia vita lavorativa. Ma tutto quello che avevo e tutto quello che facevo mi bastava.

Mentre scrivo questa piccola introduzione i miei sensi si acutizzano. In special modo alcuni odori ed alcuni sapori. Non parlo di odori che si annusano o di sapori che si avvertono sulla lingua. Intendo quei sapori “d’infanzia” che le senti tra la bocca ed il naso. Quasi a metà gola. Se dovessi indicarti la posizione avvicinerei il dito sotto il lobo del tuo orecchio. Da lì, tirando un segmento perpendicolare all’altro orecchio, a metà cranio fermati. Ecco, quella è la posizione degli odori e delle sensazioni che mi piace definire “d’infanzia“.

Un giovane me intento a videogiocare a Grand Theft Auto IV

Quella estate, di quel 2008 ormai lontano, è per me stata l’ultima vissuta in totale spensieratezza. Da lì a poco meno di 12 mesi avrei sentito l’ebrezza della sessione estiva degli esami universitari. 
L’iscrizione alla Facoltà (oggi Dipartimento) di Architettura era ed è a numero chiuso. Ciò comportava il superamento di un test per l’ammissione al Corso di Laurea. Il test si configurava come una prova scritta che percorreva varie tematiche sia di cultura generale che più specifiche (disegno, matematica e fisica per citarne alcuni). I primi di settembre mi sono presentato veramente poco preparato al test. Il risultato ottenuto è stato che il mio primo tentativo di iscrizione ad Architettura era fallito miseramente. Avvertivo una sensazione di sconforto importante. Ancora non capivo se quella strada fosse la mia strada.

Ora immagina che stai vedendo un film. Sfocatura sul bianco che anticipa un evento flashback2. Mettiti comodo che ti racconto brevemente la mia infanzia così che possiamo riprendere il racconto con qualche dettaglio in più.

Sono sempre stato un bambino sorridente. Ogni mattina, all’aprire degli occhi, sul mio viso si stampava un sorriso enorme. Ero felice di svegliarmi e vedere il volto dei miei genitori ed ero contento di iniziare una nuova giornata. La mia cameretta, ancora oggi nelle stesse identiche condizioni di oltre 20 – 25 anni fa, è esposta ad ovest, nord-ovest. Dalla finestra, verso le 7 del mattino, entra una lieve luce di rimbalzo – non diretta – del sole (come ben saprai nell’emisfero boreale il sole sorge a nord – est). La camera si tinge di un colore simile al Blu Alice. La tenda, poi, diffonde questa leggera colorazione che si scontra con le pareti bianche e contro la parete attrezzata che comprende un mobile in legno laccato colore verde acqua e scrivania in noce. Queste miscele trasformano una semplice cameretta in un conglomerato di emozioni che permettono, al me bambino, di aprire gli occhi e voler iniziare la giornata più speciale della sua vita.
È sempre stato così (e difatti lo è anche al giorno d’oggi – devo dire che è una bella caratteristica del mio carattere) e trovavo mille cose da fare anche in piena estate. Tra le tante, il mio più grande divertimento era quello di inserire le macchinine (le automobili giocattolo per capirci meglio) dentro il videoregistratore. Questo oggetto da me quasi sconosciuto era diventato il garage perfetto per la mia piccola collezione di automobili tutte colorate. Marginale era la pazienza di mio padre che, scollegando i cavi del registratore verso la televisione, prendeva la sua cassetta degli attrezzi e smontava l’involucro in lamiera del mio “garage” per sfilare una ad una le mie auto giocattolo per poi rimontare il tutto ed osservare, con grande pazienza, se infilando nella bocca dell’apparato tecnologico una videocassetta, funzionava ancora. Ed io, in questi quindici, venti minuti di suo operato ero lì con sguardo attento a fissare meticolosamente la sua operazione chirurgica per ridar vita a quell’oggetto che per me tutto poteva essere tranne che un banale videoregistratore.
Questi meticolosi passaggi si ripetevano con cadenza non programmata. Ed io ero sempre lì, a guardare attentamente mio padre che smontava, puliva e rimontava fino ad arrivare alla prova del nove che consisteva nell’inserire una VHS vedendone il corretto funzionamento. Una sorta di rituale. Fondamentale per la mia crescita.
Il mio carattere si è così formato, goccia dopo goccia, automobilina dopo automobilina, plasmato dagli insegnamenti diretti ed indiretti che i miei genitori mi hanno trasmesso. L’avventura del videoregistratore è uno dei più vividi che ho. L’insegnamento che a distanza di tempo ne traggo è che tutto può essere sistemato. L’importante è avere pazienza, dedizione ed attenzione.
La mia vita da adolescente è continuata svolgendo gli studi superiori per diventare Geometra. Il sistemare, aggiustare e trovare soluzioni (e forse anche perché mio padre era titolare del suo studio da Geometra(?) ) mi hanno incanalato in questa avventura che, ad oggi, posso confermare sia stata la strada giusta per me
Qualche pensiero malsano l’ho avuto. Forse avrei potuto fare lo Chef. Ma questa sarà un’altra storia.

Molti anni dopo tornando al settembre del 2008, come un classico flashforward3, subisco la prima vera sensazione di sconfitta (o che almeno ricordo essere la prima). Negli anni scolastici precedenti, la vera sfida era passare l’anno scolastico con la media del sei e non essere rimandato. Qui, invece, ero stato “scartato” perché il punteggio da me ottenuto non era abbastanza.
In gran parte era stata colpa mia, non avevo studiato il necessario ma non era solo questo. Notavo una grande concorrenza nei miei coetanei ed è proprio in quel momento che mi son sentito come un pesce fuori dall’acqua. Quella folla di ragazzi e ragazze non erano amici. Erano concorrenti. Ad oggi il termine giusto è colleghi.

Durante il test d’ingresso mi sono reso conto che ero solo contro tutti.

Da quella esperienza mi son preso un anno di pausa. Ho lavorato come disegnatore CAD4 ma la gran parte del tempo l’ho passata a studiare perché la sensazione di rifiuto è stata forte e non l’accettavo. Ancora non sapevo se quella fosse la strada tracciata per me, ma quale scelta avevo? Potevo fare il Geometra oppure specializzarmi con gli studi universitari.
Mio padre mi diceva sempre che il suo grande rimpianto era stato quello di non finire gli studi per diventare Architetto. Molte possibilità lavorative gli erano sfuggite per questa “mancanza” nonostante la sua professionalità, la sua bravura e la sua attenzione ai dettagli era riconosciuta in tutta la Provincia. Io potevo, citando i suoi discorsi “prendere le redini dello studio ed elevarlo” e solo questo mi bastò per far accendere la miccia esplosiva dentro di me. In fondo, a quell’età, pochissimi sanno quale sia il proprio percorso. Dovevo tirare i dadi come in D&D5 e sperare di fare un colpo critico.

L’anno successivo mi ripresentai al test di ammissione. Ovviamente, anche se questo blog spoilera il risultato finale, è palese che superai la prova. Mi iscrissi così alla Facoltà di Architettura con la mente nettamente più lucida sul mio futuro e sulle scelte che avrei dovuto prendere per non deragliare il treno che avevo deciso di guidare.
Da qui ha inizio il mio lungo viaggio tra lezioni, laboratori, esami e workshop che mi ha portato a conseguire la Laurea e ad Abilitarmi alla Professione. La destinazione è stata difficile da raggiungere ma oltre alla soddisfazione di completare uno dei miei più grandi obiettivi c’è l’enorme gratificazione del percorso che mi ha portato dalla iscrizione per diventare Architetto fino ad arrivare all’iscrizione nell’Albo dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. Un viaggio che vedremo nel secondo Capitolo.

Ciao!

  1. Grand Theft Auto IV, noto anche come GTA IV, è un videogioco open world action-adventure del 2008, sviluppato da Rockstar North e pubblicato da Rockstar Games per PlayStation 3, Xbox 360 e Microsoft Windows. ↩︎
  2. In cinematografia e letteratura, struttura narrativa in cui l’ordine cronologico degli avvenimenti viene interrotto per lasciar spazio alla rievocazione di episodi precedenti. ↩︎
  3. In ambito narrativo è un’anticipazione di fatti che avverranno in futuro. Può essere introdotta da espressioni come “molti anni dopo”, “in seguito”, che fanno riferimento a momenti successivi. ↩︎
  4. CAD: Computer-Aided Drafting (lett. “disegno tecnico”) indica il settore dell’informatica volto all’utilizzo di tecnologie software e specificamente della computer grafica per supportare l’attività di disegno tecnico (drafting). ↩︎
  5. Dungeons & Dragons (abbreviato come D&D o DnD) è un gioco di ruolo fantasy. Le azioni vengono elaborate attraverso il lancio di uno o più dadi poliedrici aventi un massimo di 20 facce. ↩︎

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